LA GRANDE VIA DELLA SETA
Un notevole elemento del passato, ciò che oggi chiamiamo Grande Via della Seta, è uno dei risultati più straordinari dell’antico Oriente. La Grande Via della Seta è un monumento all’umana curiosità, intraprendenza, insaziabile sete di conoscenza e anelito ad andare oltre. La civilizzazione non ha conosciuto nessun percorso famoso quanto il sistema trans eurasiatico di rotte che hanno unito la Cina all’Europa occidentale. Si tratta infatti di un canale attraverso cui un numero senza precedenti di nazioni ha scambiato merci, culture, arti nonché idee rivoluzionarie.
Storicamente la Cina, e la figura di Zhang Qianis, è nota per essere stata pioniera nell’unire numerose rotte in un unico grande percorso. Precedentemente, le rotte carovaniere erano un reticolo di singoli itinerari, e ogni mercante doveva affrontare non pochi rischi, perigli e dazi per trasportare le proprie merci. La Cina compì la prima missione diplomatica in Asia Centrale; Zhang Qianis intravvide per primo i vantaggi di creare un’unica strada e al suo ritorno riportò l’idea nientemeno che all’imperatore.
LA STORIA DELLA GRANDE VIA DELLA SETA
L’inizio della storia della Via della Seta coincide con la fine del II secolo a.C.. Da allora, per oltre 15 secoli, il sistema delle rotte carovaniere è stato al servizio delle persone, un record globale per qualsiasi tragitto via terra. Le grandi civiltà di Cina, Valle Indù (oggi Iran, Afghanistan, Pakistan e India), Medio Oriente ed Europa hanno combattuto per il controllo di questi strategici confini. Un’occhiata alla mappa della Grande Via della Seta mostra immediatamente la somiglianza a un enorme fiume che si dipana in piccoli ruscelli e scorre attorno agli ostacoli. Ostacoli che erano diversi e numerosi. Nel 550 i Sogdiani (attuali territori di parte di Uzbekistan e parte di Tagikistan) misero in atto due tentativi per raggiungere Bisanzio e fallirono a causa degli scià di Persia. La prima volta vennero bruciate le loro sete, la seconda avvelenati i loro emissari. Tuttavia questo non li fermò, trovarono un’altra via, lungo le sponde settentrionali del Mar Caspio, per raggiungere Bisanzio e stabilire relazioni diplomatiche e commerciali.
Il tempo passò e le rotte divennero più ramificate e confortevoli per i viaggiatori. Lungo il percorso sorsero caravanserragli, locande, magazzini, postazioni di cambio moneta e si adottarono misure a protezione degli ospiti stranieri. La Grande Via della Seta necessitava lavoro e professioni: cammellieri, guardiani, interpreti, cambia valuta. Dopo i Templari, i commercianti orientali introdussero la circolazione di ricevute cartacee. Ad esempio, lasciando Khorassan per Soghd, si potevano dare monete d’oro a un cambiavalute iraniano e ricevere un documento valido per incassare il corrispettivo a Soghd.
La vastità della Via della Seta non poteva ragionevolmente implicare il controllo da parte di un’unica nazione, ma le guerre che scaturirono sortirono l’unico effetto di danneggiare i traffici.
Ciononostante, la Grande Via della Seta sopravvisse a conflitti feudali, perdite di indipendenza, saccheggi di città e carovane, fine di dinastie. Rischi e profitti erano alti. E ciò che si poteva acquistare per nulla a un’estremità della Grande Via della Seta, diventava oro all’altra estremità.
I cinesi arricchirono la loro cultura adottando cavalli dell’Asia Centrale noti per la loro bellezza e resistenza, insieme a piante come erba medica, castagno, vite, melograno che produssero grandi effetti. Dall’Asia Centrale la Cina apprese la coltivazione del cotone, mentre i Sogdiani impararono dai cinesi arti artigiane come la produzione della seta, la gioielleria in oro e argento, la produzione di carta e di armi. Gli europei non erano in grado di offrire merci altrettanto pregevoli, così provvidero al pagamento in oro e argento. Ciò ammassò enormi tesori in Oriente, ai danni dei governanti europei.
Genghis Khan fu il primo a estendere il dominio sulla Grande Via della Seta nei secoli XIII e XIV, anni di floridezza e prosperità commerciale. Dopodiché il commercio fu ancora una volta minato dalle lotte feudali, che sfociarono nella divisione della Grande Via della Seta fra quattro proprietari: Cina, Asia Centrale, Iran e Khanato dell'Orda d'Oro, nel tentativo di garantire sicurezza a tutti coloro che percorrevano la Grande Via della Seta, indipendentemente da nazionalità o fede.
Occorreva circa un anno per percorrere interamente la Grande Via della Seta; a un certo punto i mercanti iniziarono ad usare le vie marittime, più brevi e meno rischiose. Inoltre, una nave poteva ospitare molte più merci di una carovana. Di conseguenza, nel XVI secolo sopravvissero unicamente le rotte carovaniere che collegavano la Cina all’Asia Centrale.
Siamo riconoscenti alla Grande Via della Seta. La Via ha contribuito a far emergere e sviluppare molte istituzioni, avviare il commercio internazionale, distribuire lavoro, creare un sistema bancario, proteggere la proprietà e i diritti dei consumatori. Inoltre la Grande Via della Seta ha incoraggiato lo sviluppo culturale, grazie allo scambio di competenze, invenzioni e arti. La seta ha evitato a molti europei di emigrare, mentre la carta ha reso più accessibile la stampa in Cina e Asia Centrale. Ma, ciò che è più importante, le nazioni hanno imparato a conoscere le religioni e lo stile di vita l’una dell’altra.
“Vie della Seta: Vie di Dialogo” è un programma UNESCO che mira a preservare il patrimonio culturale e storico e, auspicabilmente, far risorgere la Grande Via della Seta come monumento storico e arteria transnazionale, in tutte le sue funzioni e significati.