UZBEKISTAN, TASHKENT | STORIA DI TASHKENT
Se effettuate un viaggio in Asia Centrale, dovete assolutamente includere Tashkent. Città dall’antico passato, ricca di numerose storie interessanti, sa suscitare una speciale atmosfera in ogni visitatore.
Il turismo a Tashkent diventa più accessibile di anno in anno, consentendo ai viaggiatori di scoprire senza spendere molto cosa accade di attuale nelle strade più urbane, quali sono gli edifici storici, come gli abitanti vivevano in tempi antichi. Ecco alcune informazioni che potete recepire prima del vostro arrivo.
Come ebbe inizio
Le più vetuste civiltà urbane e agricole dell’Asia Centrale hanno fatto apparizione lungo il bacino del fiume Chirchiq, che coincide con il punto in cui la bella Tashkent sorse. Oltre 2500 anni fa, l’antico insediamento era composto da agricoltori che credevano nel potere delle forze della natura, davano loro una personificazione e pregavano per la fertilità. Erano gran lavoratori, il che consentì loro di eccellere in varie discipline:
- produzione di utensili e strumenti
- allevamento e pascolo di mucche, capre e cavalli
- lavorazione del bronzo e del ferro
- coltivazione di cotone
- e altre ancora.
Queste comunità vivevano a Kanka, uno degli insediamenti più antichi. Ma con il passare del tempo, il centro dell’oasi di Tashkent si spostò verso nord, verso Ming Urik. La città venne chiamata “Shash-Tepa” o “Chach-Tepa”, ovvero “Sei Colline”. L’attuale città di Tashkent ha una storia veramente lunga, che di fatto riflette la resilienza e il coraggio dei suoi cittadini, che dimostrarono soprattutto quando si trattò di difenderla dai nemici.
Critico Medioevo
All’inizio del Medioevo venti castelli, quattro cittadelle e molti villaggi erano stati eretti sulle terre dell’attuale Tashkent. Gli abitanti professavano diverse religioni, fra cui Manicheismo, Buddismo e Cristianesimo, che erano arrivati sin qui attraverso la Via della Seta. Un ambiente all’insegna di armonia, tolleranza e pace connotava la vita quotidiana.
Durante gli Anni Venti dell’VIII secolo gli Arabi musulmani conquistarono il territorio, distruggendo città e villaggi. La capitale Ming Urik subì i danni maggiori, venne completamente annientata. Eppure, sarebbe stata destinata a risorgere dalle sue rovine, pochi chilometri a nord-ovest.
Il punto di svolta
In conseguenza a continui attacchi, guerre civili e assedi, la ricostruzione della città subì rallentamenti significativi. Anche la vita culturale ed economica si sviluppò a passo lento. Tutti questi fattori sfociarono nelle crisi del XVII e XVIII secolo.
L’opportunità di una nuova vitalità urbana apparve verso la fine del Settecento. Grazie a Yunus Khoja, governatore della città all’epoca, la regione si trasformò in una città-stato semi indipendente. Dopo aver cambiato lo statuto, divenne abbastanza forte da dichiarare guerre per espandere i propri confini.
Nel 1810 Tashkent divenne parte del Khanato di Kokand. Più tardi, a metà Ottocento, apparve un’altra sfida: l’impero russo stava realizzando un piano strategico per catturare il Khanato di Kokand. Comprensibilmente, Tashkent era fra gli obiettivi principali per attuare il piano, dato che era uno dei centri più fiorenti a cui si collegavano i paesi vicini.
Il primo tentativo di conquistare Tashkent avvenne il 27 settembre 1864, da parte del generale Chernyaev, e si concluse con un fallimento; gli abitanti mostrarono grande coraggio ingaggiando una lotta eroica per la città. Tuttavia, il numero limitato degli abitanti non poteva combattere in eterno; il 17 agosto 1866 Tashkent venne annessa all’Impero Russo.
L’11 luglio 1867 fu proclamato il Governatorato Generale del Turkestan. Dopodiché iniziò il processo di costruzione di una nuova parte della città, lungo la riva sinistra del Canale Anchor; sarebbe stata la zona residenziale di ufficiali, militari e membri della comunità russa. Il nominato governo militare divenne a capo della città.
Un nuovo sviluppo
Tra il 1870 e il 1890 Tashkent divenne un grande centro commerciale, culturale e industriale dell’Asia Centrale. Il rinnovato distretto cittadino era il nucleo di istituzioni legate all’istruzione e alla cultura; sorsero nuove strutture industriali e imprese commerciali. La parte antica della regione, purtroppo, rimase negletta e non venne considerata la sua ricostruzione.
Tutti i nuovi servizi e le nuove infrastrutture non avevano nulla a che vedere con le persone locali; ben presto arrivarono contadini russi, a cui furono assegnate le migliori terre e proprietà. Inoltre, le migliori condizioni di lavoro furono create per loro. Nel 1904 la popolazione di Tashkent arrivò a 170.000 unità, di cui solo 40.000 ebbero il privilegio di risiedere nella parte nuova della città.
Mercanti locali e stranieri aprirono drogherie, negozi di abbigliamento, ditte; imprese di lavorazione delle materie prime iniziarono ad esportare i prodotti finiti. Un altro elemento distintivo di questo periodo della storia uzbeka fu che le scuole, così come altre istituzioni educative e religiose, finirono sotto il controllo dell’amministrazione, il che creò inquietudine e agitazione nella popolazione.
Le onde della ribellione
Come in molte altre città, le rivolte contro il colonialismo avvennero a Tashkent ripetutamente. Uno dei momenti emblematici fu la Rivolta del Colera nel 1892. La popolazione si ribellò al decreto governativo in nome del diritto di seppellire i propri defunti deceduti in seguito all’epidemia.
Cambiamenti nella Storia di Tashkent
Il ruolo di Tashkent come nucleo della cultura uzbeka aumentava costantemente. Da fine Ottocento la città è stata patria di un movimento emergente, il Jadidismo (jadid significa nuovo) in cui l’educazione era prioritaria. Fu il periodo in cui l’intellighenzia nazionale progressista portò a casa due risultati importanti: elevare gli standard di vita della popolazione e l’educazione a un livello più alto.
Un nuovo governo nacque in seguito al colpo di stato del 28 ottobre 1917.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, l’industria di Tashkent fu prevalentemente bellica. Nel 1942 circa la metà delle manifatture modificarono la produzione, per fini parzialmente o totalmente militari. A quel tempo c’erano venti ospedali in città. Un immenso lavoro di sostegno era svolto per aiutare le famiglie dei militari; si facevano raccolte di fondi, di derrate alimentari, di abbigliamento per bambini. Le donne promossero l’adozione dei bambini sfollati e presto nacque un movimento di massa dedicato.
L’Accademia delle Scienze dell’Uzbekistan operò nel territorio di Tashkent e svolse ricerche in vari campi, dalla tecnologia alla scienza, incluse fisica nucleare, fitochimica, biochimica, sismologia, elettronica. I nomi degli scienziati di Tashkent sono ancora conosciuti al di fuori dell’Uzbekistan.
A differenza delle altre Repubbliche Sovietiche, l’Uzbekistan si distinse per grandi potenzialità economiche e risorse naturali, così come per la popolazione, istruita e lavoratrice instancabile. Tuttavia, l’era della stagnazione era alle porte, un periodo di severa privazione per l’intero paese e per la sua capitale in particolar modo. La repressione sovietica contro i ricercatori, negli Anni Ottanta del Novecento, sferrò un duro attacco alla scienza.
Un ruolo cruciale nel risollevare la situazione fu svolto dal nuovo capo di stato, Islam Karimov, che iniziò ufficialmente la carriera politica nel 1989. Vinse le elezioni presidenziali a Tashkent nel 1990 e avviò l’Uzbekistan sulla strada verso l’indipendenza.
Una delle maggiori città dell’Uzbekistan
Lo scrittore e critico americano Eugene Schuyler, durante il suo viaggio in Asia Centrale, fece tappa a Tashkent nel 1873. Ecco cosa scrisse della città:
“Nessuna città in Asia è così varia come Tashkent. Le sue strade si intersecano in modo intricato. Quando passeggi, salgono e scendono, poi improvvisamente fronteggi le mura e ti trovi dinnanzi a una moschea o a un minareto che svetta verso il cielo”.
Ci sono segreti celati nelle strade della misteriosa e affascinante Tashkent, che si nascondono fra i mattoni degli edifici, sepolti nella sabbia. Aspettano di essere scoperti… Siate certi che la città si anniderà in un angolo del vostro cuore, la sua atmosfera vi metterà voglia di tornarci.
Essendo capitale dell’Uzbekistan, per la maggior parte dei visitatori l’approccio con Tashkent comincia in aeroporto, situato in posizione piuttosto centrale. Un tempo l’aeroporto consisteva in un terminal, la torre di controllo e una pista sterrata. Oggi è un aeroporto dagli standard internazionali, con voli regolari che connettono alle maggiori città nel mondo, fra cui Mosca, San Pietroburgo, Minsk, Londra, Milano, Tokyo, New York e così via. È provvisto di:
- moderni terminal;
- lounge confortevoli;
- salette VIP e CIP;
- uffici di cambio valute;
- ristoranti e bar;
- negozi duty free;
- ampie aree parcheggio.
L’aeroporto è trafficato, il terminal principale è stato rinnovato nel 2001. Il complesso include il terminal di compagnie aeree domestiche, dedicato a check-in e partenza verso varie città uzbeke, e il terminal centrale per i passeggeri che volano verso le ex repubbliche socialiste sovietiche (15 stati) e verso gli stati stranieri.
L’aeroporto internazionale di Tashkent dista soli 15 minuti dal centro città, il che lo rende semplice da raggiungere in bus o taxi. Si tratta di uno dei più grandi aeroporti dell’Asia Centrale, con un’ubicazione strategica geograficamente, che si traduce in un gran numero di rotte verso le ex repubbliche socialiste sovietiche, l’Europa, il sud-est asiatico e il continente americano.
Ferrovie a Tashkent e in Uzbekistan
Al giorno d’oggi spostarsi in treno rappresenta una soluzione economica per viaggiare in Uzbekistan. Acquistando il biglietto del treno ad alta velocità Afrosiyob, viaggerete a una velocità di 250 km/h.
Il treno da Tashkent a Samarkanda è operativo ogni giorno e il tragitto dura circa sei ore. Potete scegliere treni diurni o notturni. Viaggiare di notte implica risparmio di tempo, a beneficio delle visite. Spesso le persone temono che il pernottamento a bordo sia scomodo, ma in questo caso dormirete sonni tranquilli grazie al comfort delle vetture. Se affrontate un tour che tocca varie città in Uzbekistan, che vogliate viaggiare individualmente o in gruppo, il treno ad alta velocità Afrosiyob è il mezzo di trasporto più adatto.
Metropolitana di Tashkent
Parlando della rete di trasporti della città, non si può non menzionare la metropolitana di Tashkent, ritenuta non solo un mezzo molto comodo ma anche un’attrazione.
La metro di Tashkent è stata la prima in tutta l’Asia Centrale, la sua storia affonda le radici nel 1977. L’architettura delle singole stazioni è veramente deliziosa, al punto che ad ogni turista che arriva in città viene raccomandato di fare almeno una corsa per ammirarle.
Attualmente ci sono tre linee, Chilonzor (rossa), Uzbekiston (blu) e Yunusobod (verde). Gli interni sono disegnati con vari materiali, come metallo, granito, vetro, marmo, ceramiche artistiche, alabastro cesellato, il che rende ogni stazione diversa e originale.
Va detto che alcuni dei più conosciuti artisti uzbeki hanno contribuito e collaborato alla realizzazione. Per esempio, la fermata Chilonzor è decorata con massicce colonne dorate, mentre la fermata Pushkin con candelabri in bronzo. Alla fermata dedicata al famoso poeta e pittore Ali-Shir Nava’i potrete ammirare le riproduzioni dei suoi migliori dipinti. Però prendete nota che è vietato scattare fotografie, perché la metropolitana di Tashkent è considerata installazione militare sensibile.
Il servizio è attivo dalle 6 del mattino alle 23.30. L’intervallo fra le corse è di 3-10 minuti, dipende dalla linea e dagli orari. Considerate che potete recarvi praticamente in qualsiasi parte della città perché il sistema sotterraneo è esteso. Il costo di un biglietto è l’equivalente di mezzo dollaro.